Campania, gli straordinari vini della Costiera Amalfitana: Ettore Sammarco e Marisa Cuomo

La mattina di mercoledì 22 febbraio restiamo ancora nel salernitano e ci rechiamo in Costiera Amalfitana. Questa zona è famosa per i suoi paesaggi spettacolari e per le sue scogliere scoscese che si tuffano nella costa azzurra del Golfo di Salerno.

Il terreno della Costiera gode di spazi molto piccoli e poco sfruttabili, anche a causa della composizione rocciosa, per questo motivo la coltivazione della vite si sviluppa in altezza, dai 100 ai 600 metri circa di altitudine, su terrazzamenti resi necessari dalle forti pendenze. I terrazzamenti sono larghi non più di cinque metri e ospitano per lo più pergolati lungo i quali i germogli di vite trovano spazio e si sviluppano.

Attraversiamo diversi comuni della costa per poi cominciare a salire verso Ravello, borgo medievale arroccato a 365 metri sul livello del mare. Facciamo tappa presso la Casa Vinicola Ettore Sammarco. Ad accoglierci in cantina troviamo il Signor Ettore Sammarco (da cui l’omonima azienda)e il figlio Bartolo Sammarco responsabili di tutte le fasi della produzione del vino, con il supporto dei tecnici Giovanni Biancaniello per la parte agronomica e Carlo Roveda per la parte enologica.

Considerazioni a caldo tra Ettore Sammarco (a dx), Bartolo Sammarco (al centro) e Raffaele Vecchione (a sinistra).

L’azienda vinicola nasce nel 1962 per volontà di Ettore, già titolare di un’azienda agricola, che inizia a produrre vino più per passione che per profitto. Tuttavia col passare degli anni e quindi con l’aumentare dell’esperienza maturata in campo vitivinicolo l’azienda cresce e diventa una vera e propria attività per i Sammarco, quindi incrementa i quintali di uve lavorate (grazie anche alla collaborazione con piccoli conferitori locali) e si specializza nella produzione di vini di assoluta qualità. La filosofia della casa vinicola Ettore Sammarco è la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni quali Biancazita, Biancatenera, Ginestrella, Pepella, Piedirosso, Aglianico, Sciascinoso che si ritrovano nei vini prodotti.

Non appena entrati in cantina abbiamo subito la conferma di come non sia facile produrre vino in costiera, trovare locali spaziosi che permettano di lavorare in maniera confortevole non è cosa semplice lungo le strette curve che portano a questi caratteristici paesini affacciati sul mare. Tuttavia la cantina della famiglia Sammarco, seppur non così grande, sorprende per quanti serbatoi, macchine e attrezzature enologiche varie riesce contenere tra il piano terra e il seminterrato. 

Dopo una breve introduzione sulla storia dell’azienda, la visita inizia con Bartolo che ci porta in giro per la cantina per farci provare direttamente dai serbatoi i vini bianchi non ancora imbottigliati.

Pur non essendo ancora pronti si nota immediatamente che sono vini di ottima fattura con un potenziale importante. Bartolo ci delizia subito con la degustazione dei vini che poi messi insieme in diverse percentuali comporranno il vino di punta dell’azienda: Vigna Grotta Piana – Doc Costa d’Amalfi – Ravello bianco.

I vini che comporranno il Vigna Grotta Piana colpiscono immediatamente per eleganza e raffinatezza, si percepiscono leggere differenze tra di essi ma dopo averli degustati si intuisce subito come assemblati insieme da mani esperte e sapienti si incastrino alla perfezione dando alla luce un vino bianco con pochi rivali in Italia.

La passeggiata in cantina continua con Bartolo che tra un vino e l’altro ci spiega come nascono i suoi vini e che dietro di essi ci sono: conoscenza enologica, attenzione ai dettagli, voglia di sperimentare, passione e duro lavoro.

Molto interessanti da un punto di vista sensoriale si rivelano anche il vino composto da sole uve Biancazita provenienti un vigneto posto sul monte Brusara e il vino costituito da uve Pepella e Biancatenera che va in commercio come Terre Saracene – Doc Costa d’Amalfi – Bianco.

I vini degustati sono tutti fantastici, regalano tutti espressioni diverse sotto il profilo gusto-olfattivo ma c’è un filo conduttore che lega tutti i vini bianchi provati a spasso per la cantina, è la loro giusta acidità sempre in equilibrio con gli altri parametri sensoriali, il fatto di essere, chi più chi meno, sempre vini tesi, vibranti, freschi, moderni.

Queste qualità sono frutto del terroir che consente alle uve alla raccolta e poi al mosto e al vino di avere, tra gli altri, valori ottimali di pH e acidità totale. Avere il controllo di questi ultimi due parametri, infatti, è cosa sempre più importante oggi con il cambiamento climatico in atto.

Dopo l’interessante visita, ci accomodiamo nel piccolo spazio che la famiglia Sammarco è riuscita a ricavare in cantina per l’accoglienza e la degustazione dei vini. Bartolo, entusiasta, ci chiede se siamo interessati a degustare del vino già in bottiglia e noi accentiamo volentieri.

Si parte con il cru Vigna Grotta Piana 2019. Ottenuto da uve Ginestrella, Falanghina (detta Bianca zita) e Biancolella. La Vigna Grotta Piana, da cui l’omonimo vino, è un vigneto di un ettaro con esposizione pieno sud che si trova più in alto di tutti gli altri, infatti è ubicato sul monte Brusara (frazione di Ravello) a circa a 450 metri sul livello del mare.

Il Vigna Grotta Piana 2019 è stato da noi già degustato e recensito nel settembre 2020, quando non avevamo ancora fatto la piacevole conoscenza di Ettore e Bartolo Sammarco, ottenendo un punteggio di 97/100, condividendolo solo con 5 vini in Italia su Winescritic.com. Questo vino indentifica a pieno l’azienda Ettore Sammarco.

Verticale Vigna Grotta Piana.

All’assaggio presenta dei momenti di sapido diverso, si può percepire il territorio ma allo stesso tempo anche la mano di un’enologia precisa. É davvero un vino bianco unico in quanto non riconducibile a nessun altro grande vino da uve Chardonnay o Sauvignon blanc, non lo riesci a collegare all’uva, ciò lo rende un vino moderno e di visione infatti da qui a dieci anni si parlerà sempre meno dell’uva ma si discuterà sempre più di territorio, di terreno, di vigna e di esposizione e qui c’è tutto dentro.

La degustazione procede con diverse annate di Vigna Grotta Piana, in particolare 2021, 2016, 2015. Ci viene poi servito in degustazione una chicca ossia lo spumante metodo classico da uve Biancolella nella versione brut, prodotto dall’azienda in sole due annate, 2016 e 2018.

Al naso note floreali e agrumate si fondono a sfumature di talco e gesso. Al palato mostra personalità, è vibrante, un vino tecnicamente fatto bene. Prima di andare via Bartolo ci fa degustare da serbatoio i due vini rosati prodotti dall’azienda, uno ottenuto da uve Piedirosso e Sciascinoso e l’altro da uve Piedirosso e Aglianico. Quest’ultimo vino, davvero di ottima fattura, va in commercio come Selva delle Monache – Doc Costa d’Amalfi – Ravello rosato e Bartolo ci rivela di non averlo mai presentato al grande pubblico e che inizierà a farlo da quest’anno.

Il viaggio in costiera riprende e dopo aver attraverso affascinanti borghi e paesini giungiamo presso l’Azienda Vinicola Marisa Cuomo tra viti e rocce a strapiombo sul mare del comune di Furore. Qui ci danno il benvenuto i proprietari Marisa Cuomo e suo marito Andrea Ferraioli.

Dopo una breve visita al locale di vinificazione e alla suggestiva cantina scavata nella roccia che ospita le barriques, i coniugi ci fanno accomodare nella saletta adibita all’accoglienza e ci invitano a sederci per raccontarci in breve la storia dell’azienda e alcuni aneddoti sugli usi e costumi del posto.

Splendida la cantina Marisa Cuomo a Furore ottenuta grazie a grandi investimenti e spirito di sacrificio di Marisa Cuomo ed Andrea Ferraioli.

In particolare Andrea ci ricorda che il vignaiolo della Costiera è anche contadino e pescatore, in quanto in passato solo mettendo insieme tutti i prodotti della terra e quelli della pesca si riusciva ad andare avanti.

Infatti i paesi collinari della costiera non hanno quasi mai beneficiato del turismo che ha sempre preferito la costa. Proprio grazie a questa specie di esclusione tali paesini hanno trovato negli anni la forza di costruire qualcosa di unico e proprio arrivando così alla produzione limitata di vini di elevata qualità e ciò oggi è la loro carta vincente.

Marisa Cuomo ed Andrea Ferraioli, coniugi proprietari di Marisa Cuomo.

Salutiamo Marisa, restiamo in compagnia di Andrea e con l’auto saliamo più in alto verso Agerola. Durante il tragitto ci vengono indicati i suggestivi terrazzamenti dove sono posti i vigneti in parte dell’azienda e in parte dei conferitori. Curva dopo curva arriviamo ad un ristorante di cucina tipica locale. È qui che Andrea ha deciso di farci degustare i noti vini che l’azienda produce in maniera esemplare con il supporto del Prof. Luigi Moio (Presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino) e a quali negli anni non sono di certo mancati importanti riconoscimenti. In degustazione quattro vini: Furore Bianco Fiorduva 20__, Costa d’Amalfi Rosato 2022, Ravello Rosso Riserva 2019, Furore Rosso Riserva 2019.

Si parte dal bianco principale prodotto da Marisa Cuomo Furore Bianco Fiorduva 20__, vinoottenuto da uve Fenile, Ginestra, Ripoli. Il periodo di raccolta delle uve per il Fiorduva è davvero lungo, infatti come ci spiega Andrea Ferraioli, i tre vitigni da cui si ottiene questo vino bianco hanno tutti e tre epoche di maturazioni differenti (il Fenile matura prima, poi la Ginestra, ed infine il Ripoli), chi matura prima chi dopo, e se ciò non bastasse bisogna tener conto anche delle varie altitudini a cui sono poste le diverse vigne, questo ulteriore fattore rende le cose ancora più complicate tanto che si parla di una durata complessiva della vendemmia di settanta giorni solo per il Fiorduva.

Inizialmente ogni tipologia d’uva viene ammostata separatamente, solo verso metà ottobre viene fatto l’assemblaggio delle tre tipologie nelle giuste percentuali (1/3 di ciascuna). Quando il processo fermentativo porta ad un residuo di zuccheri intorno ai 30 g/l il mosto-vino viene trasferito in barriques francesi nuove per completare la fermentazione alcolica. Andrea afferma che solo l’unione delle tre varietà d’uva (Fenile, Ginestra, Ripoli), ognuna delle quali apporta le proprie peculiarità in termini di epoca di maturazione, resa, colore, note olfattive, acidità, permette di ottenere questo vino pregevole ed equilibrato in tutte le sue componenti.

Il Fiorduva è inserito nella categoria Vini Estremi come indica il simbolo posto sulla controetichetta.

Passiamo al Costa d’Amalfi Rosato 2022, vino composto da uve Aglianico, Piedirosso e Tintore provenienti da terrazzamenti costieri a 100-250 metri sul livello del mare nei comuni di Cetara e Raito (frazione di Vietri Sul Mare). Durante l’assaggio, Andrea, ci confida che è molto soddisfatto di questo rosato. Il Costa d’Amalfi Rosato è molto richiesto, infatti Andrea afferma di aver “piazzato”, l’anno scorso, tutte le bottiglie a disposizione per quel millesimo, e scherzosamente tiene a ribadire che la vendita di vino rosato in generale non è cosa molto semplice.

Prima di degustare i rossi Andrea ci racconta qualcosa della vendemmia 2022. Ci riferisce che a differenza di quanto si è verificato in altre parti di Italia, in particolare al Settentrione, con lunghi periodi siccità, nelle sue zone si è riscontrata la situazione opposta, infatti secondo lui mai come quest’annata il periodo di vendemmia è stata poco siccitoso e ci confida di non essere molto soddisfatto per quanto riguarda i vitigni con uva a bacca rossa per una produzione eccessiva dovuta alle piogge, uve meno concentrate e quindi una qualità meno elevata.

Infine degustiamo i due vini rossi di punta dell’azienda. Il Ravello Rosso Riserva 2019, vino ottenuto da uve Piedirosso per il 70 % e Aglianico, si mostra più pronto per essere degustato, infatti mostra all’assaggio acidità e tannini meno aggressivi rispetto al Furore Rosso Riserva 2019,prodotto da uve Piedirosso e Aglianico in uguale quantità, che necessità ancora di un bel periodo di sosta in bottiglia.

Al termine della degustazione scambiamo altre due chiacchiere con Andrea che ci confida alcune novità per quanto riguarda l’Azienda Vinicola Marisa Cuomo mostrandoci la nuova cantina di investimento impressionante che sorgerà pochi kilometri distante da Furore e che permetterà la crescita della stessa negli anni.

Ci salutiamo e ripartiamo, si va in provincia di Benevento!

Di seguito i commenti di tutti i vini degustati :

Il tasting presso Ettore Sammarco

Vigna Grotta Piana 2015

Potente al naso mostra note di pesche gialle, curcuma, zenzero, cedro in pezzi, c’era d’api e caramello dolce. Corpo pieno, grassoso nel sorso mostra una chiusura voluminosa. Bottiglia leggermente stanca degustata dallo shop. Bevi ora. 92

Vigna Grotta Piana 2016

Succoso ed integro nel profilo sensoriale mostra note di fiori misti, cedro, buccia di limone e lime. Bergamotto e tiglio in fiore appassito. Corpo pieno, elegantissimo nel sorso chiude armonico e bilanciato con notevole gusto e qualità. Bevi ora o invecchia. 93

Vigna Grotta Piana 2017

Assolutamente vivace e compatto al naso mostra note di pesche gialle, curcuma, zenzero, sandalo e pepe bianco. Corpo pieno, grassoso e voluminoso chiude armonico e bilanciato. Bevi ora. 93

Vini Rossi

Produttore Denominazione Vino Annata Score Tipo
Marisa Cuomo Costa d’Amalfi Furore Riserva 2019 95 Rosso

Elegante e di natura vivace mostra note di prugne nere, amarene, bacche di ginepro, sandalo, cumino, pepe bianco, iodio marino, tiglio ed acacia in fiore. Corpo pieno, tannini leggermente rigidi di ottima mordenza ed un finale davvero coinvolgente. Meglio dal 2025.

Marisa Cuomo Costa d’Amalfi Ravello Riserva 2019 94 Rosso

Preciso ed accattivante al naso mostra note di prugne nere, more, amarene, datteri, cioccolato fondente, maggiorana, timo selvatico, coriandolo e fiori rossi bagnati. Corpo pieno, tannini vellutati ed un finale cremoso di notevole progressione. Meglio dal 2024.

Vini Bianchi

Produttore Denominazione Vino Annata Score Tipo
Marisa Cuomo Costa d’Amalfi Fiorduva 2021 96 Bianco

Splendido nella matrice sensoriale solida e compatta mostra tensione e compattezza ed un profilo sensoriale davvero importante. Le note di pesche gialle ben si fondono a note di nespole, fiori di magnolie, gardenie, buccia di limone, lime, fiori di mandarino e timo selvatico. C’è di più in sottofondo nelle sfumature di sedano spezzato, kiwi poco maturi, fiori di ginestra e nepitella. Corpo pieno, struttura morbida ed avvolgente di ottima personalità ed un finale grandioso che coniuga potenza, eleganza e tensione. Meglio dal 2026.

Vini Rosati

Produttore Denominazione Vino Annata Score Tipo
Marisa Cuomo Costa d’Amalfi Rosato 2022 91 Rosato

Succoso e dal carattere vispo mostra note di fiori bianchi misti, pesche bianche, albicocche, nespole, buccia di limone e fiori di mandarino. Corpo medio, struttura piacevole di buona luminosità ed un finale gustoso. Un blend di Aglianico, Piedirosso e Tintore. Meglio da Giugno 2023.

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