Il Borro, Podere Il Carnasciale e Tenuta Sette Ponti, tre eccellenze in Valdarno.

Sono tre i produttori che ci hanno colpito particolarmente questa estate durante le degustazioni annuali di WinesCritic.com nell’area del Valdarno, quell’area meno famosa di una Toscana vera e forse ancora troppo poco conosciuta nel mondo del vino e non solo.

Il Valdarno si divide in Superiore ed inferiore comprendendo le aree delle province di Arezzo, Firenze e Pisa dando così idea di quanto grande esso sia.

Di recente nascita la Doc Valdarno di Sopra dispensa grande qualità nei suoi vini da almeno 300 anni.

Garanzia di qualità infatti certificata è il Bando Storico risalente a Cosimo III de’ Medici il quale attraverso un famoso editto ritenne opportuno dividere le aree di produzione dei vini di qualità da quelle meno fortunate già nel lontano 1716.

Il Bando Storico del 1716 emanato da Cosimo III de’ Medici certifica l’importanza storica e territoriale del Valdarno di Sopra, già 300 anni fa.

Il Valdarno di Sopra era citato come zona ad alta vocazione territoriale già nel XVIII secolo ed unito alle aree ben note di Chianti, Pomino e Carmignano, separato dal resto delle zone del centro Toscana. Quest’ultime sono state comprese fra le denominazioni istituite fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo mentre del Valdarno di Sopra si persero tracce e fu addizionata all’area del Chianti.

Non è ridondante o superflua dunque la creazione di una nuova denominazione in Toscana, ricca di aree da tutelare e dalle storie uniche e dall’immediato fascino che riconduce alla grandezza del periodo storico rinascimentale che la vide protagonista in Europa e non solo.

Tre i produttori che si sono distinti per una qualità solida ed una notevole consistenza nei propri prodotti “made” in Valdarno : Il Borro, Il Carnasciale e Tenuta Sette Ponti.

Di identità e fascino elitario, ma che si dimostrano aperti e felici di ospitare e condurre i propri clienti in azienda sono rispettivamente di proprietà delle famiglie Ferragamo, Rogosky e Moretti.

Il Borro, acquistato da Ferruccio Ferragamo nel 1993 dal duca di Aosta, nasceva come riserva di caccia grazie ai suoi 700 ettari principalmente boschivi. Rapito dal fascino e dalla bellezza edonistica che il vino regala agli uomini di un elevato profilo morale però, la produzione del nettare di Bacco diventa il principale focus aziendale sin da subito ed innesca la volontà di gettare le basi per un progetto di qualità importante.

In pochi anni infatti, avvalendosi di agronomi ed enologi di fama mondiale, ma anche di figure di marketing di visione futurista, il Borro compete al giorno d’oggi con i produttori più conosciuti e blasonati di tutta la regione Toscana e non solo.

Ad oggi l’azienda è condotta da Ferruccio e Salvatore Ferragamo che hanno creato un team affiatato e alla ricerca di stimoli per migliorarsi ogni giorno. In cantina invece la direzione è affidata all’enologo consulente Stefano Chioccioli che da anni crea alcuni dei migliori vini italiani e stranieri in tutto il mondo e professa in modo colto e saggio la sua conoscenza di oltre 30 anni e più d’esperienza.

La cantina de Il Borro è di affascinante bellezza e si divide almeno in tre parti.

La cantina principale de Il Borro dove si curano le fermentazioni ed una parte degli affinamenti.

La prima è quella di produzione, dove si ricevono le uve e si lavorano nel migliore dei modi con serbatoi in acciaio che possano aiutare e facilitare le fermentazioni.

La seconda è di nuova costruzione ed è un tunnel grazie al quale si accede alla parte più vecchia, una cantina medioevale tutt’ora impiegata nell’affinamento dei migliori vini prodotti in azienda e che dunque rappresenta la terza parte.

La cantina storica de Il Borro dove avviene l’affinamento principale dei vini di punta in barriques di primo, secondo e terzo passaggio.

Innovativa e dal carattere giovane e beverino è la loro espressione del Sangiovese fermentato ed affinato in anfora, 12 mesi su bucce per la perfetta ritenzione polifenolica che lo rende di un colore scarico e brillante ed emoziona grazie al suo bouquet sensoriale. Petruna è il nome di questa etichetta dall’estremo fascino e di indubbia eleganza al palato. Un vino frutto della Terra.

Il Borro. La preparazione del tasting nella suggestiva cornice dove riposano le annate più vecchie e lo storico dell’azienda.

Le altre due etichette sulle quali Il Borro pone maggiore attenzione sono il Polissena, Sangiovese in purezza e Il Borro, il blend bordolese costituito da Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah.

Podere Il Carnasciale invece di proprietà della famiglia Rogosky è una piccola azienda a conduzione familiare di circa 5 ettari vitati nei quali la produzione principale è quella del vitigno Caberlot.

Il Caberlot a chi non lo sapesse è una varietà rara nata spontaneamente da un incrocio in Veneto tra il Cabernet Franc ed il Merlot, da qui il nome attribuitogli negli anni ’60.

Alla guida dell’azienda ci sono Bettina e Moritz coadiuvati da Marco Maffei in cantina, l’enologo consulente di riconosciuta fama Peter Schilling e l’agronomo Remigio Bordini.

Me e Moritz Rogosky, proprietario dell’azienda prima del tasting.

Il gran lavoro avviene in vigna con la forma di allevamento dell’alberello ed il sesto d’impianto dai numeri importanti che impone cura ed estrema attenzione ma anche in cantina dove ogni singolo vigneto è vinificato ed affinato separatamente in differenti vasi vinari prima dell’assemblaggio finale, pur ricordando che al Carnasciale si lavora quasi esclusivamente con il vitigno Caberlot.

La vigna da cui nasce il Caberlot in purezza de Il Carnasciale. Forma di allevamento ad alberello e sesto d’impianto molto denso ne esaltano le qualità organolettiche.
Il Carnasciale. La piccola cantina dove Moritz, Marco e Peter creano il blend finale de Il Caberlot.

Semplice e dal carattere forse anti-marketing ma che dona carattere e vivacità all’azienda, l’etichetta che cambia colore ogni anno ma soprattutto intensità nella croce centrale, celando un messaggio da scoprire.

Il Caberlot, Etichette dal colore differente ogni anno e “X” di intensità diversa per differenziare l’andamento stagionale che caratterizza l’annata.

Il messaggio semplice ma arzigogolato al tempo stesso è la visione del team dell’annata che di certo non si può descrivere con un semplice tratto ma aiuta immediatamente il consumatore ad identificare la “vendemmia” fredda e meno concentrata da quella matura e calda, il tutto riconoscibile con un tratto leggero e blando nel primo caso e più marcato nel secondo.

Identità da vendere!

Tenuta Sette Ponti è forse la Tenuta più conosciuta della zona grazie alle piene abilità della famiglia Moretti che dall’inizio degli anni duemila produce vini di qualità eccelsa.

Alla conduzione troviamo padre Antonio e figli Alberto ed Amedeo Moretti Cuseri che curano con passione e tenacia la Tenuta di famiglia.

La produzione di Tenuta Sette Ponti spazia a tutto sesto e vede le numerose etichette di produzione raccontare di un territorio attraverso la genetica differente dei vitigni.

Tenuta Sette Ponti. La bellissima vigna al centro dell’azienda dalla quale si produce parte delle uve che entreranno nel blend di Oreno.

Il Crognolo, il blend di Sangiovese con un tocco di Merlot e l’Oreno, il blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, un vero bordolese nell’anima, sono i vini di punta dell’azienda che dispensa qualità per tutti i palati.

Da qualche anno però la visione dei mercati maggiormente attratta da vitigni italiani ed incentrata sempre più spesso su etichette prodotte con l’impiego di uve di un solo tipo, ha indotto l’azienda nella riscoperta di un vecchio vigneto di Sangiovese dalla bassa vigoria e produzione piantato nel 1935.

Vigna dell’Impero 1935 è il nome dell’etichetta di questo Sangiovese, tra i più distintivi della zona e forse d’Italia.

Le caratteristiche principali ottenute da piante vecchie non potevano che esaltare la qualità del frutto e la setosità dei tannini, per la gioia dei Sangiovese-lovers.

Tenuta Sette Ponti. Degustazione impegnativa per degustare i migliori prodotti dell’azienda ed alcune etichette prodotte sulla Costa Toscana e in Sicilia. La Famiglia Moretti è proprietaria infatti anche di Orma a Bolgheri e Feudo Maccari in Sicilia.

Molto vicini in linea d’area diretta questi tre produttori raccontano in maniera egregia di un territorio dalla qualità certificata nel tempo e dalla solida realtà tangibile con mano in tutti i prodotti, il Valdarno.

Di seguito le mie personali riflessioni ed i punteggi:

Podere Il Carnasciale Toscana Caberlot 2016. Un vino dal colore intenso e tendente al colore viola rivela sentori di prugne nere, more e mirtilli. Davvero preciso e diretto si arricchisce con note speziate che ricordano il pepe nero e l’ incenso. Corpo pieno, tannini maturi, scolpiti e leggermente rustici, struttura impostata su una buona freschezza ed acidità ed un finale verticale e vibrante. Stile classico in un annata fresca in cui si riconosce molto l’autenticità di questo vitigno. Caberlot 100%, presunto vitigno ad incrocio spontaneo, identità vera de Il Carnasciale. Meglio dal 2022 al 2028 ed oltre. 97

Il Borro Toscana Il Borro 2016. Un vino dai toni completamente dark rivela note complesse ed articolate di prugne nere, more, ribes e liquirizia. Le amarene sono completamente fuse nella matrice vino ad una leggera percezione della vaniglia e donano una maggiore suadenza e carattere. Corpo pieno, tannini vellutati e di qualità eccelsa ed un finale di impostazione longeva e dal carattere esuberante. Bellissima la speziatura in fondo nell’aftertasting probabilmente donata dal Syrah allevato in Valdarno. Un blend di 50% Merlot, 35% Cabernet Sauvignon e 15% Syrah. Meglio dal 2022 al 2028 ed oltre. 96

Tenuta Sette Ponti Toscana Oreno 2017. Potente al naso con note di fragole, fragoline di bosco e tanti fiori bianchi in sottofondo. Mi piace il ” core” del bouquet con note di arancia rossa ed un sottile ricordo all’erba tagliata. Corpo pieno, tannini di qualità eccelsa e grana fine ed un finale brillante e dall’acidità viva e sorprendente. Un blend di 50% merlot, 40% Cabernet Sauvignon e 10% Petit Verdot. 18 mesi di affinamento in barriques nuove e di secondo passaggio di rovere francese. Imponente. Meglio dal 2020 al 2026. 96

Tenuta Sette Ponti Sangiovese Toscana Valdarno di Sopra Vigna dell’Impero 1935 2016. Wow! Un’importante ricchezza sensoriale rivela sentori di prugne nere, caffè, ginepro, foglia di mirto e mandorla tritata. Corpo medio-pieno, tannini rigidi e vibranti ed un finale preciso e dalla delicata potenza. Piccante ed entusiasmante. Uno dei migliori Vigna dell’Impero di sempre. Da un vigneto piantato nel 1935. Meglio dal 2020 al 2026 ed oltre. 96

Tenuta Sette Ponti Toscana Crognolo. Un naso distintivo mostra sentori di prugne rosse, ciliegie, ribes e mirto selvatico. Tante note agrumate in sottofondo con buccia di limone e polpa d’arancia. Complesso ed autentico, preciso come l’anima di questa solida azienda. Corpo medio-pieno, tannini scolpiti e di grana fine ed un finale brillante e luminoso. Un blend di 3 grandi annate in Toscana la 2013, 2015 e 2016 da uve Sangiovese e Merlot per omaggiare i 20 anni di produzione del Crognolo. Egregiamente riuscito. Solo 10000 bottiglie prodotte. 96

Tenuta Sette Ponti Sangiovese Toscana Valdarno di Sopra Vigna dell’Impero 1935 2015. Un naso dolce rivela sentori delicati di ciliegie, prugne rosse, mandorle bianche e fichi. In sottofondo c’è la presenza di burro fuso a donare complessità. Corpo medio, tannini rotondi e vellutati ed un finale orizzontale e di spiccata brillantezza. Bevi ora fino al 2024 ed oltre. 95

Il Borro Sangiovese Toscana Petruna 2017. Un naso decadente racconta di fiori rossi, ciliegie, prugne e arancia rossa sanguigna. Corpo pieno, tannini morbidi e di grana fine ed un finale fresco e dalla buona tensione. Uno dei migliori vini nell’annata 2017. Fermentato ed affinato in anfora con una macerazione sulle bucce per 12 mesi prima di essere imbottigliato. Delizioso ora. 94

Il Borro Sangiovese Toscana Polissena 2016. Un naso maturo con note di prugna rossa, fragole ed amarene. Corpo pieno, tannini maturi e rotondi ed un finale solido e compatto. Meglio dal 2020 al 2025 ed oltre. 93

Tenuta Sette Ponti Toscana Crognolo 2017. Tanti fiori rossi, viola, prugne ed un ricordo di fiori di ibisco  sono i sentori principali di questo giovane Crognolo, un blend di 90% Sangiovese e 10% Merlot. Corpo pieno, tannini soffici e ben polimerizzati ed un finale solido e luminoso. 93

Il Borro Toscana Pian di Nova 2016. Ematico e profondo al naso con note variegate e definite di prugne rosse, pesca, lamponi pressati e foglie di timo. Corpo medio, tannini soffici e maturi ed un finale solido e di buona impostazione. Un blend di Syrah e Sangiovese. Davvero ben fatto! Meglio dal 2020 al 2024. 92

Il Borro Toscana Rosé del Borro 2018. Un naso delicato con note di petali di rosa, mandorle bianche e foglia di tè verde. Lo sfondo con una leggera riduzione ne aumenta la complessità e la sua voglia di tornare al calice. Corpo medio, struttura morbida ed equilibrata ed un finale sapido e all’italiana. 100% Sangiovese. Delizioso ora. 92

Il Borro Vino Spumante di Qualità Bolle di Borro 2013. Note piene e grasse con sentori di fiori rossi, burro e crosta di pane. Tanta ciliegia ed agrumi in sottofondo. Corpo pieno, minerale e sapido nel centro palato ed un finale croccante ed energico. Affinamento sui lieviti per 60 mesi. Sangiovese 100%. Bevi ora. 92

Il Borro Toscana Lamelle 2018. Un naso opulento che vira in differenti direzioni regala sentori di fiori bianchi, pesca gialla e una sottile percezione di cherosene. Corpo medio, struttura acida e precisa ed un finale limpido e lineare. Chardonnay 100%. Bevi ora. 91

Podere Il Carnasciale Sangiovese Vald’Arno di Sopra Ottantadue 2017. Immediato al naso con note giovani e fragranti di fragole, fragoline di bosco e nocciole tritate. Una leggera riduzione in sottofondo che dona complessità. Corpo medio, tannini soffici e ben maturi ed un finale limpido e luminoso. Ben fatto. Buono ora. 91

Il Borro Valdarno di Sopra Borrigiano 2018. Un vino con note di petali di rosa, prugne rosse ed una leggera nota ematica a completare il bouquet sensoriale. Corpo medio-leggero, tannini soffici e poco estratti ed un finale armonico e di grande piacevolezza. Fermentazione ed affinamento in acciaio e in cemento. Un blend di Merlot, Syrah e Sangiovese. Bevi ora. 91

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