Valtellina: il vigneto di montagna ai piedi delle Alpi lombarde.

Ci troviamo al confine italo-svizzero, in provincia di Sondrio, ed è subito uno spettacolo mozzafiato quello che ci si ritrova davanti.

Un territorio speciale sui cui alti pendii prende forma il più grande anfiteatro terrazzato d’Italia, formato da circa 2500 Km di millenari muretti a secco la cui superficie vitata arriva a 800 ettari. Proprio questa caratteristica conformazione permette una protezione delle vigne dai venti gelidi del Nord e dalle ondate di caldo ed umidità del Meridione. Inoltre negli ultimi 30-40 anni si è voluto un cambiamento dell’orientamento dei vigneti: da Ritocchino (perpendicolare alla montagna) a Girapoggio; in questo modo l’esposizione è diventata più consona alla coltivazione integrata di questa realtà.

Il Nebbiolo delle Alpi o localmente chiamato Chiavennasca, è il protagonista assoluto di questa piccola realtà. Coccolato dalla tipica conformazione geografica del luogo può essere inserito nel concetto di biodiversità grazie alla circolazione di vita organica ed inorganica e ad una ricca presenza di specie animali e vegetali.

Terra di confine che ricorda a chi parte quanta ricchezza lascia dietro di sè e a chi arriva di quanta tradizionalità è pregna. La Valtellina è l’unica area in Italia con due D.O.C.G. nella stessa zona produttiva: Sforzato di Valtellina D.O.C.G. o Sfursat e la Valtellina Superiore D.O.C.G.

Lo Sforzato è un vino icona del territorio, espressione unica dell’areale. Per potersi fregiare di questo nome deve contenere almeno il 90% di uve Nebbiolo. E’ il primo vino passito rosso secco in Italia ad aver avuto la D.O.C.G. che si sviluppa nella zona del corso superiore dell’Adda. La sua peculiarità sta nell’appassimento delle uve che vengono vendemmiate con grappoli molto maturi e con zuccheri pari a circa 18-20%. I grappoli poi, riposano per un periodo, che a seconda dell’annata può protrarsi fino alla fine di gennaio ed in casi particolari anche a fine febbraio/marzo. Oggi per l’appassimento si utilizzano graticci di canne in locali asciutti e ben ventilati.

La seconda D.O.C.G. è il risultato prodotto dai vigneti meglio esposti tra il comune di Buglio in Monte e Tirano. La produzione massima per ettaro è di 8 tonnellate, e l’invecchiamento minimo è di 24 mesi di cui almeno uno in legno. Un’ eccezione figlia delle Alpi Retiche che può avvalersi delle variegate sfaccettature delle diverse ed uniche porzioni del versante, quest’ultimo diviso in 5 sottozone: Inferno, Maroggia, Sassella, Grumello e Valgella.

Inferno si allunga da Ovest ad Est, caratterizzato da pendenze vertiginose con un’esposizione in pieno Sud. Maroggia è la sottozona più occidentale, ricchissima di vigne vecchie e caratterizzata anch’essa di pendenze importanti. Sassella è la sottozona più storica che ha una superficie complessiva superiore ai 100 ettari. Grumello è caratterizzato da un’importante variabilità altimetrica che va dai 350 ai 600 mt. Ed infine Valgella, la sottozona più estesa e variegata, caratterizzata dalla presenza di piccoli torrenti.

Oltre alle D.O.C.G. , la Valtellina ha anche una D.O.C. ossia il Rosso di Valtellina e un I.G.T. ovvero le Alpi Retiche. Quest’ultima accoglie i vini bianchi, rossi, rosati, anche frizzanti, passiti e da vendemmia tardiva Spumante Metodo Classico anche nella tipologia di Rosé.

Noi della WinesCritic.com abbiamo avuto la fortuna, grazie anche alla Compagnia di comunicazione PRComunicare il vino, di degustare i vini valtellinesi direttamente in Consorzio. Fondato nel 1976 e rinnovato nel 1997 si prefissa di promuovere il territorio e la sua tipicità. Ne fanno parte circa 52 produttori che collaborano con l’obiettivo di divulgare l’essenza di quest’areale così unico ed etero.

Di seguito i vini degustati dalla Compagnia:

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